Vertigine digitale (Italian Edition) by Andrew Keen

autore:Andrew Keen [Keen, Andrew]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Egea
pubblicato: 2016-01-07T23:00:00+00:00

4. Una storia vertiginosa

«Come per tutti i grandi film, quelli davvero grandi, a prescindere da quanto è stato detto e scritto al riguardo, se ne continuerà pur sempre a discutere. Perché ogni grande pellicola del livello di Vertigo richiede qualcosa di più della semplice ammirazione: impone una risposta personale»1.

Martin Scorsese

Tre bugie e tre cadaveri

Il quadro s’intitola San Francisco nel luglio 1849. È il paesaggio di una fattoria nell’entroterra della Bay Area battuta dal vento, dipinta nello stile romantico de Il mare color smeraldo di Albert Bierstadt. In primo piano c’è un cavallo montato da due persone, mentre alcune colline spoglie si profilano in lontananza. Questa scena pastorale del XIX secolo è stata dipinta con una determinata prospettiva: l’artista immagina San Francisco dalla penisola meridionale, dalla vallata compresa tra le catene montuose del Diablo e di Santa Cruz, un’area di quasi 80 kmq conosciuta per gran parte del secolo scorso come Santa Clara Valley, ma oggi assai più nota come Silicon Valley.

Facciamo un balzo in avanti di un centinaio di anni. Eccoci nella metà del XX secolo a San Francisco, e il piccolo villaggio battuto dal vento è diventato un’animata metropoli industriale e tecnologica, un centro di produzione per l’industria marittima, militare ed elettronica. Due vecchi amici laureatisi a Stanford, l’università nella punta meridionale della penisola, fondata nel XIX secolo dal barone delle ferrovie Leland Stanford, stanno osservando quel quadro. Uno di loro, un ex investigatore di San Francisco dai capelli brizzolati e ben piazzato, che risponde al nome di John «Scottie» Ferguson, si trova vicino al quadro, mentre l’altro, Gavin Elster, un magnate dell’industria marittima con un paio di baffetti ben curati, lo commenta stando seduto dietro la scrivania del suo ufficio.

C’è un netto contrasto tra il semplice dipinto e l’ufficio riccamente adornato di Elster. L’industriale di mezza età, che gestisce il cantiere per conto della famiglia della sua giovane moglie, è seduto dietro una pesante scrivania in mogano circondato da un arredamento sontuoso. I pannelli di legno delle pareti sono adorni di stampe rare e reperti marittimi esotici. Dietro la scrivania, una finestra offre una panoramica del suo dominio industriale talmente ampia da sembrare un modello della casa d’ispezione di Jeremy Bentham. Da quella finestra, il magnate può sorvegliare l’intero cantiere, dalle gru vorticose agli scafi semifiniti, al piccolo esercito di lavoratori sempre indaffarati in questa impresa industriale su larga scala.

I due uomini stanno paragonando la città rurale del XIX secolo con quella industriale del secolo successivo. «Beh, San Francisco è cambiata», dice Elster con una voce sapientemente misurata, al pari del suo impeccabile vestito scuro. «Le cose che mi ricordano San Francisco stanno rapidamente scomparendo».

«Come tutto questo», replica Scottie, allargando le braccia per indicare quel San Francisco nel luglio 1849 mentre si avvicina al quadro.

«Sì, mi sarebbe piaciuto vivere in quell’epoca», confessa Elster, la voce parzialmente coperta dal ronzio delle gru nel cantiere là fuori. Si accomoda meglio nella sedia di pelle, alza gli occhi verso il soffitto e aggiunge: «Colori, eccitazione, potere, libertà».

A una prima occhiata, la

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